La giuria ritiene trattarsi della migliore opera in concorso. Geniale nell’invenzione del soggetto affrontato con atteggiamento laico, spesso sostanzialmente ironico e sempre rispettoso della variabile strettamente religiosa dell’argomento e delle
Ilaria Verdini (Ella in Oh Dio mio!) Eccellente interpretazione del non facile ruolo di una psicologa cui si presenta Dio, nevrotizzato da problemi causatigli dagli stessi uomini da lui
L’affiatamento e la perizia interpretativa dei due protagonisti, che spiccano per naturalezza,efficacia e misura, sottolineano con garbo un testo singolare e di straordinaria presa, in un gioco di intelligente
Per aver saputo interpretare i pensieri, le sensazioni di ciascuno in un dialogo impossibile con Dio che diventa possibile attraverso le parole. Le battute espresse con estrema professionalità senza
Per aver saputo dosare con estrema accuratezza e stile, i diversi aspetti del carattere di un personaggio con molte sfumature con cambi di registro interpretativo costanti e mai banali.
In una scena appena accennata, lo spettatore viene catapultato in una dimensione claustrofobica in cui emergono le dinamiche dei personaggi in grado di rappresentare le ansie, le frustrazioni, le
Per aver disegnato con duttilità, spaziando tra il brioso ed il nevrotico, le molteplici sfumature ed i vari momenti emotivi che il personaggio interpretato richiedeva.
Perché seppur non rappresenti un lavoro squisitamente brillante, affronta un testo che invita lo spettatore alla riflessione sulle questioni fondamentali dell’esistenza, alternando momenti ironici a momenti di profonda commozione,
Perché la scenografia, essenziale ed appropriata, ha assunto un ruolo determinante nella narrazione, accompagnando gli attori nell’espressione dei diversi stati d’animo dei protagonisti, sempre altalenanti tra dramma e commedia.