Oggi 27 marzo 2023 si celebra la giornata mondiale del teatro
una data a nostro avviso molto importante soprattutto per il nostro paese, in cui da quest’anno è in vigore un’importantissima novità di cui però, ci sembra, non ci si è accorti.
Dallo scorso 5 novembre 2022 infatti è entrata in vigore la riforma del terzo settore e per questa “rivoluzione” partita dal lontano 2017, una parte di ormai ex associazioni culturali o ex mere no profit o del cosiddetto teatro amatoriale o di base hanno deciso di evolversi in enti del terzo settore.
Alla trasformazione di queste ultime realtà in APS, o ETS di altra natura però, non è seguita, a nostro avviso, un’adeguata presa di coscienza della portata di ciò che è stato realizzato al di là degli aspetti amministrativi, fiscali o di semplice denominazione.
Quali differenze, opportunità, vantaggi o difficoltà ci sono rispetto a prima, per la ricaduta della trasformazione delle associazioni no profit in ETS?
E perché porre l’accento proprio oggi su queste questioni?
Proviamo a elencarne alcune
- Chi si è trasformato/evoluto ha modificato il proprio statuto, molto banalmente e sinteticamente, con finalità di maggiore apertura e spiccata attenzione sociale e la registrazione nel RUNTS certifica, se mantenuta nel tempo, oltre le finalità sociali dell’associazione che i membri siano, salvo particolarissime eccezioni, attivisti (soci-volontari ecc.) non pagati e tutti obbligatoriamente assicurati.
- Un’associazione di promozione sociale per i propri fini/obiettivi statutari può chiedere il 5×1000, un’associazione culturale “tradizionale” no.
- Un ente del terzo settore può avvalersi degli stage a breve termine dei ragazzi di scuola superiore o del servizio civile universale, una “vecchia” no profit no.
- Le associazioni del “terzo settore” possono partecipare ai bandi di progetto dedicati anche in collaborazione con altri ETS teatrali o di altra natura, per le mere associazioni culturali invece non è possibile
- Mantenere l’iscrizione al RUNTS è molto impegnativo, ma garantisce e certifica, fra le altre cose, l’effettiva impossibilità di nascondere lavoro sommerso, oltre che dimostra che ogni iscritto al registro soci o a quello volontari dell’associazione siano tutti coperti da polizza assicurativa ecc.
Il teatro del terzo settore è il nuovo attore fantasma sulla scena del teatro italiano e su cui oggi, giornata mondiale del teatro, vogliamo porre l’accento
Per la prima volta nel nostro paese ha debuttato di recente (novembre 2022) un nuovo importantissimo attore e nella giornata mondiale del teatro e non ne abbiamo affatto sentito parlare.
Tranquillo “attore fantasma” lo facciamo noi!
Da questa giornata mondiale del teatro in avanti, accanto ai binomi: lavoratore-amatoriale, professionista-dilettante, impresa – associazione di teatro di base, si affianca il teatro del terzo settore che vuole celebrare anch’esso e con chiaro diritto la giornata mondiale del teatro.
- Senza essere la semplice evoluzione degli amatoriali, ma una trasformazione di azioni e intenti ancora più rivolti alla collettività e alla responsabilità sociale di chi fa teatro senza scopo di lucro
- Far parte del terzo settore culturale significa, anzi dovrebbe significare, avere una diversa considerazione da parte degli enti locali e non solo, per ciò che si è e si rappresenta, magari a partire BANALMENTE dal costo degli spazi.
- L’idea della solidarietà e della “beneficienza (meglio sostegno)” rivolti alla cultura attraverso il teatro, vuol dire prevenzione, opportunità e valore sociale allo stesso tempo verso cui dobbiamo lavorare affinché non si rimanga indifferenti.
Ma su tutti forse è fondamentale porre, oggi più che mai, l’accento sull’esistenza del terzo settore del teatro affinché , sia conosciuto e non ignorato, sia promosso e non dimenticato fin da subito, sia rispettato e non discriminato, sia protetto, attenzionato e controllato e non lasciato in balia di chi se ne può bassamente approfittare, infilandosi nelle maglie dell’ignoranza e dell’indolenza istituzionale.
Ciò infatti già porta e potrà portare sempre di più alla penalizzazione di coloro i quali rispettano le regole e che per questo portano e potranno portare vero valore sociale.
Per contro, ironia della sorte, non conoscere e non celebrare affatto il terzo settore teatrale e culturale in genere, già porta e porterà al sostegno di chi non solo non ha le carte in regola, ma addirittura di chi può fare solo il proprio interesse a danno e spese delle collettività.
La riforma del terzo settore, lo ricordiamo, è nata proprio per provare a contrastare un’opacità troppo diffusa nel mondo associativo e non solo.
Per il mondo teatrale e culturale in genere è un’opportunità che non possiamo quindi permetterci di far passare in sordina o sotto silenzio.
Voi che ne dite?
Qual è la vostra esperienza?
Scriveteci cosa ne pensate nei nostri canali social e buona giornata mondiale del teatro a tutti!