Ed eccoci giunti alla fine di questa carrellata che ha avuto come protagoniste le 5 compagnie finaliste del festival di teatro amatoriale Ankon d’Oro – Premio Carlo Urbani, e gli spettacoli che porteranno in gara, in attesa di vederli tutti dal vivo sul palcoscenico dell’Anfiteatro Romano di Ancona.
Oggi, dulcis in fundo (o come direbbero gli inglesi, last but not least…, visto che a loro tocca l’onere e l’onore di aprire il festival), facciamo la conoscenza della Compagnia Stabile del Leonardo di Treviso, un’altra compagnia giovane e fresca che condivide con noi del Claet una caratteristica comune: l’origine all’interno del mondo della scuola. Al nostro evento, gli amici di Treviso porteranno un pezzo di Stefano Benni che strizza l’occhio al teatro dell’assurdo, giocando con la parola, i contrasti e la rappresentazione di una realtà apparentemente surreale.
1991: un gruppo composto da due insegnanti e svariati studenti, la voglia di sperimentare e apprendere mettendo in gioco se stessi, la convinzione che si possa “fare scuola” in un modo nuovo e diverso, una grande passione per la letteratura, il teatro e la recitazione. E’ in questo contesto, all’interno dei laboratori del “Progetto Giovani per la Scuola” del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Treviso, che muove i primi passi la Compagnia del Leonardo. Di anno in anno vengono realizzati vari spettacoli, che presto si sono distinti per il loro valore artistico e formativo. Ne sono testimonianza la presenza nel cartellone di importanti rassegne e i riconoscimenti conseguiti in concorsi regionali e nazionali di teatro per la scuola. Ricordiamo, tra gli altri, i festival di teatro-giovani di Concordia Sagittaria (VE), Serra San Quirico (AN), Vicenza e Cesena (FC) e la straordinaria l’esperienza della manifestazione “Aperta Scena – Grandi interpreti e ragazzi insieme sul palcoscenico” (edizioni 1998-2001). Sotto la direzione artistica di Ugo Pagliai, allievi del Liceo sono stati selezionati per partecipare ai laboratori tenuti da attori professionisti dell’Accademia Teatrale “L’Avogaria” di Venezia. Durante le serate finali hanno recitato accanto a grandi attori quali Vittorio Gassman, Pamela Villoresi, Michele Placido, Arnoldo Foà e Gigi Proietti.
Con la guida di Maurizio Damian e Giovanni Handjaras, l’esperienza è proseguita oltre, vedendo di anno in anno confluire nel gruppo ex-studenti che, animati dalla stessa passione e convinti di questo modo di pensare e fare teatro, desideravano continuare l’attività fuori dal contesto liceale. Dall’anno 2000 la “Compagnia Stabile del Leonardo” si è formalmente costituita ad Associazione Culturale senza scopo di lucro ed è entrata a far parte della Federazione Italiana Teatro Amatori. Conta a tutt’oggi una trentina di membri che si alternano nei diversi allestimenti, occupandosi autonomamente di tutti gli aspetti collaterali alla messa in scena (scenografie, musiche, illuminotecnica, trucco, costumi, comunicazione).
Lo spettacolo in gara: “La Signorina Papillon”, di Stefano Benni.
La signorina Rose Papillon è una fanciulla dolce, apparentemente indifesa, sognatrice. Si è costruita un suo mondo: un giardino abitato da rose, insetti e farfalle che ella colleziona. In questo mondo incantato, in questo bozzolo protetto, Rose vive, in compagnia di un pappagallo impagliato, lontano dai pericoli del mondo; fino al giorno in cui irrompono tra le magnolie, i bombi e le farfalle alcuni inquietanti personaggi, a portare scompiglio e trascinarla via da lì: Armand, sergente di una loggia massonica, il poeta Millet, travestito da giardiniere, e la ambigua e spregiudicata Marie Luise. Dicono di volerla portare nella vita della meravigliosa Parigi, perché Parigi non è un languido, insignificante giardino dove niente accade, ma una città viva e pulsante, dove si vive tutto, compreso l’inganno e il delitto.
Ma la Parigi surreale di Benni è una sorta di non-luogo, un posto dell’anima. Potrebbe essere collocata in un tempo lontano (la fine dell’800), ma anche nel nostro, visto che è evidente l’intenzione di ambientarvi fatti e misfatti che potrebbero tranquillamente corrispondere a quelli del nostro presente. Insomma un teatro dell’assurdo, tra sogno e incubo, fantasia e realtà (Rose potrebbe essersi sognata tutto). D’altra parte è questo uno degli scopi che l’autore si prefigge: rappresentare sotto metafora le ipocrisie e le follie di una società cinica e disincantata, in evidente decadenza e imbarbarimento, tra complotti e delitti.
Alla fine, come ognuno di noi, Rose dovrà uscire dal suo giardino e sarà costretta a valutare la sua stessa vita da un’ottica nuova e diversa.
Con: Martina Sorace, Massimo Pietropoli, Lucia Crotti, Alessandro Pietropoli
Regia: Giovanni Handjaras
In scena durante l’Ankon d’Oro: lunedì 28 luglio ore 21,00.