Giunti alla terza edizione del “Festa” crediamo di poter affermare anche con una certa “dose” di conclamata dipendenza, che il Festival del teatro aperto si possa definire in estrema sintesi: un vero e proprio Trip teatrale.
Un’esperienza forte paragonabile a un’alterazione psichedelica, chiamata appunto col termine di origine anglosassone Trip (che tradotto letteralmente in italiano significa «viaggio»), ovvero una modificazione dello stato di coscienza psico-fisico dovuta all’assunzione non di sostanze allucinogene, ma da un mix molto più potente e stimolante composto da teatro e umana condivisione.
Gli effetti di tale “intruglio” psichedelico e non solo sono stati molteplici.
Ciò indipendentemente dal livello di tolleranza dei singoli soggetti a tale assunzione, avvenuta incessantemente dal 9 al 14 agosto scorso, possiamo affermare di aver vissuto e assistito a
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- Attacchi di panico da sovralimentazione continua a base di prodotti tipici e non “Oddio e adesso la dieta”!?
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- Senso di smarrimento per pioggia e freddo, trattati sistematicamente con dosi di rassicurazioni e piani B al coperto. “Causa pioggia lo spettacolo si terrà in palestra 21:15 puntuali…”
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- Eccitazione per l’opportunità di portare in scena i propri lavori anche davanti a un pubblico di teatranti quasi amici o anche di più “T’è piaciuto”?
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- Inquietudine spasmodica per le drammatizzazioni improvvisate e condivise anch’esse fonte di emozione fuori e dentro la scena “E adesso che ci inventiamo”?
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- Euforia, via via sempre un po’ più assonnata, per la condivisione della quotidianità dalla mattina alla mattina “Ieri, dopo gli spettacoli siamo andati a dormire alle 5:15”!
Felicemente intossicati da tali esperienze, dal 2010 abbiamo ormai anche capito che tali effetti del Festa si estendono per osmosi, oltre che agli ignari partecipanti, anche a buona parte del paese di Pescopagano, in particolare agli stessi inconsapevoli organizzatori, a questo punto irrimediabilmente dipendenti dalla stessa sostanza da essi stessi “confezionata”.
Una sostanza, quella del Festa, che ancora una volta c’ha permesso un viaggio, (un trip appunto), che c’ha arricchito di contenuti, di esperienze, di persone, di teatro, di sentimento e condivisione.
Speriamo di essere riusciti a “somministrare” il nostro contributo a questo scambio con
e ovviamente con Marco Pace e con gli amici, ormai possiamo dirlo, di vecchia data dell’Albatros ovvero Gerardo, Gerarda, Angela, Luigi detto Gino, Carmela e tutte le giovani leve che speriamo possano diventare sempre di più.
Custodiremo questo trip fra i ricordi più belli con la consapevolezza/speranza che non finisca qui.
Grazie a tutta l’amministrazione di Pescopagano e un abbraccio a tutti coloro che hanno condiviso con noi questa splendida e sostenibilissima esperienza.
Permetteteci alla fine di mandare un saluto speciale a Gerardo papà di Pinuccio del Bar, dove ogni mattina di questa e dell’edizione 2019 andavamo a fare colazione.
La mattina del 13 agosto c’eravamo promessi, lui con un sorriso grande come tutta Pescopagano, di salutarci l’indomani giorno della nostra “ultima” colazione, con la speranza di ritrovarci ancora nei prossimi anni.
Purtroppo non è stato possibile e allora vogliamo farlo qui.
Ciao Gerardo se torneremo a Pescopagano e se faremo ancora colazione nel “tuo” bar tu non ci sarai, ma a noi piace pensarti sempre seduto al tuo posto in compagnia del tuo amico a 4 zampe.
Vi vogliamo bene.