L’emergenza Corona-virus in pochi mesi dalla sua diffusione ha messo in grossa difficoltà l’esistenza di ognuno di noi nella quasi totalità del globo.
Ovviamente le ricadute sono e saranno pesantissime e, immaginiamo, difficilmente colmabili nel medio periodo.
Per quello che riguarda il mondo del teatro il dramma, questa volta tutt’altro che teatrale per nostra sfortuna, si sta consumando in maniera impietosa soprattutto per chi ha fatto di quest’arte il proprio lavoro.
Per quanto ci riguarda, in qualità di compagnia di teatro amatoriale, non abbiamo ricadute così forti anche se, come tante altre associazioni, abbiamo subito un duro colpo per gli spettacoli in programma e per i nuovi progetti in essere.
Il tutto senza considerare tutta la serie di costi fissi: affitti, utenze ecc. che per noi, così come per la maggior parte delle compagini amatoriali, saranno comunque spese da onorare.
Ciò in uno scenario, che per quello che riguarda il teatro come lo conoscevamo, ci rivedrà sul palcoscenico, al netto dell’ottimismo cosmico, fra molto, molto tempo.
Tempo che con ogni probabilità comprenderà quasi sicuramente tutto il 2020.
Per questo abbiamo una proposta da fare.
Ci rivolgiamo alla nostra Federazione (Fita), di cui facciamo parte, estendendo l’invito anche alle altre organizzazioni nazionali: Uilt, Federgat ecc. affinché possano contribuire al difficile momento, contribuendo a sostenere le compagnie affiliate.
La nostra proposta consiste nel chiedere alle federazioni/organizzazioni nazionali di estendere le quote associative dell’anno in corso almeno fino al 2021.
Ciò sia perché l’anno teatrale di fatto è stato vissuto solamente per due mesi, (e quindi anche per la questione assicurativa riteniamo sia possibile l’estensione con un po’ di buona volontà), e sia perché in questo modo si offrirebbe un aiuto concreto e più che simbolico alle compagnie teatrali amatoriali italiane.
Non sappiamo se l’invito potrà essere accolto così come lo abbiamo pensato o magari declinato in altro modo.
In ogni caso ogni segnale di vicinanza e di supporto sostenibile, in questo momento, può fare la differenza nell’essere e sentirsi comunità.
Una comunità ricca di passione ed inventiva, ma anche di solidarietà e umana vicinanza
Che ne pensate?